II Categoria Playout

Sivizzano – Astra 2 -1

 
Avevo smesso di commentare le partite da qualche tempo perché prima di tutto sono un tifoso ed è difficile conciliare i doveri di una cronaca obbiettiva con quelli di un cuore che batte sempre più forte e con sempre maggior apprensione per i destini della squadra che ama.
Mi rendo conto che parlare di amore può apparire a taluni blasfemo, ma sono certo che chi ha vissuto anche per poco il calcio dentro o ai bordi del campo mi capisce.
Ci troviamo a giocare dopo un campionato lunghissimo dei playout assurdi e di cui non si capisce la necessità: non si capisce cioè perché una squadra che ha faticato tutto un campionato per accumulare cinque punti di vantaggio sulle dirette inseguitrici accumulando nel contempo una superiore dose di stanchezza e di stress debba giocarsi ancora tutto come se nulla avesse fatto nel corso dell’anno.
Aggiungo che forse questi playout avrebbero un senso se coinvolgessero almeno quattro squadre evitando così una serie di risultati di fine campionato quantomeno improbabili se non opportunamente addomesticati.
Detto questo l’unica paura che dovevamo avere secondo me era di noi stessi e di noi stessi siamo rimasti vittima.
Il primo tempo è un bel primo tempo, ma il presagio che la giornata non ci sarà favorevole mi assale quando cogliamo due traverse ed il portiere avversario si esibisce in un paio di splendide parate su tiro di Andrea e su una intelligente punizione di Simo. Gli avversari non stanno a guardare e il Magno se la sbriga bene su una punizione da lontano, mentre un gol siglato dal Sivizzano viene annullato per fuorigioco.
Iniziamo il secondo tempo col piglio giusto e dopo una grande occasione del Bego contrata alla disperata da un difensore avversario ed un colpo di testa del Filo che supera di poco la traversa arriva il gol con l’assistenza di madama fortuna.
Il Mino entrato nell’area avversaria sulla sinistra del nostro attacco sferra un tiro che colpisce il Pibe: la deviazione spiazza irrimediabilmente l’estremo difensore avversario e siamo uno a zero.
Adesso ci basta stare calmi e probabilmente, con gli avversari costretti ad attaccare, potremmo portare a casa un risultato rassicurante per il ritorno. Questa cosa l’hanno capita anche gli avversari che decidono che proprio la nostra calma bisogna attaccare. E’ così che il loro numero 7 , tale Echenfouri, sceglie di colpire con una testata a palla lontana Andrea , fino a quel momento il migliore in campo. L’arbitro che seguiva l’azione non ha visto nulla e a nulla valgono le nostre proteste. Alla ripresa del gioco Andrea commetta la più grossa sciocchezza che un calciatore possa fare: parte e colpisce il  numero 7 con un calcio. Se non avessimo protestato prima potrebbe forse essere interpretato come un fallo di gioco, ma l’interpretazione dell’arbitro, d’altra parte condivisibile, è che si è trattato di giustizia sommaria. Siccome la giustizia non è cosa di questa terra Andrea fuori e Echenfouri in campo a godersi la sua furbata.
Andrea , hai fatto la cosa più sciocca che potessi fare compromettendo la partita e forse tutta la nostra fatica di un anno. Sono onesto anche io avrei restituito il fallo, ma lo avrei fatto 10 -15 minuti dopo perché in campo occorre usare la testa e non solo i piedi, il cuore , i polmoni che sono cose che tutti ti riconosciamo e soprattutto bisogna avere la consapevolezza che si gioca per e con una squadra: se si mette se stessi al di sopra di tutto ci sono altri sport che permettono di esaltare il singolo.
Una domanda però me la faccio: se ci fosse stata la terna probabilmente la partita l’avremmo finita in undici noi e in 10 i nostri avversari, come è possibile che la federazione sempre così attenta, così sensibile, così pronta a cogliere l’essenza di questo sport non abbia ritenuto di dover inviare una terna in una domenica in cui non credo l’attività fosse ridondante e le partite in calendario erano comunque delicate.
Fatto sta che soffriamo e su un errore della nostra difesa un attaccante avversario si invola verso la nostra area : il Magno gli esce incontro, il tiro dell’avversario lo supera alla sua sinistra e si avvia sul fondo. Qui mi sono rivisto l’azione anche per televisione l’attaccante avversario si disinteressa di inseguire il pallone come sarebbe logico ma punta il Magno steso a terra andando nella direzione opposta a quella del pallone come sarebbe stato logico, va a cozzare infatti sulle gambe del  Magno immobile che avrebbe comodamente potuto saltare. Rigore e 1 a 1.
Concordo con chi dice che oggi quel rigore lo darebbero a tutti i livelli , ma rimpiango i miei tempi in cui saltare il portiere in uscita era un must  ed anzi era l’attaccante il primo a dare la mano al portiere per aiutarlo a rialzarsi.
Al 45 come d’uso prendiamo il secondo gol su una rimessa laterale che avrebbe dovuto essere innocua, ma ormai le gambe e il cervello erano altrove.
Nulla è perduto, neanche l’onore, ma domenica prossima occorrerà fare appello a tutto il nostro orgoglio lasciando da parte l’amarezza per ciò che poteva già essere realtà e solo un attimo di follia ci ha negato.
AstraCronache