18 Marzo 2010
U.S. ASTRA – Gotico Garib. 0-0 (0-0)
21 Marzo 2010
U.S. ASTRA – Pontolliese 2-3 (1-1)
Si e’ aperta la stagione dei recuperi ma il duplice turno di caccia casalingo ha lasciato ben poco nel carniere blucerchiato. Dopo avere sparacchiato tutta la cartucciera torniamo a casa impallinati e dobbiamo accontentarci di esibire un magrissimo punticino, pallido riflesso di una prestazione di ben altro spessore. E’ vero che la palla e’ rotonda, ma ultimamente questo sembra valere solo per gli avversari…
Si perche’ a nostro merito (o colpa?) va detto e riconosciuto che ultimamente stiamo accumulando un discreto credito nei confronti della sorte. I fortunelli che ci incontrano vedono schizzare verso livelli di rara eccellenza le proprie percentuali di efficacia (parliamo di statistiche da vero killer, tipo "tre tiri tre gol", "due tiri due gol" ..) mentre, di contro, non possiamo dire altrettanto guardando in casa nostra. Anzi, nonostante la produzione di un gioco piacevole e l’esercizio del controllo territoriale (fondamentale i movimenti con e senza possesso palla, la mano del mister si vede) riusciamo a trangugiare sistematicamente tante, troppe ghiotte occasioni. E ne paghiamo lo scotto. Volendo guardarci alle spalle con l’occhio critico e imparziale che la nostra affezione ci consente (..), possiamo affermare con una certa sicumera che i punti persi per strada sono il frutto della nostra filantropia e che solo in una circostanza (Povigliese) ci e’ stato concesso di raccogliere piu’ di quanto meritassimo sul campo.
A chiusura di questo piagnisteo mi piace (si fa per dire ovviamente) spendere l’ultima lacrima per ricordare la tegola che ci e’ piombata (di taglio) sulla zucca con l’infortunio occorso al nostro bomber "maximo", Alex Ungureanu, costretto a quasi un mese di stop ingessato. Ci spiace molto per il ragazzo che e’ stato sfortunatissimo nell’occasione (raro caso di frattura da fermo!) ed al quale va pero’ riconosciuto un lodevole spirito indomito e di squadra. Alex non perde alcuna occasione per vivere e soffrire nella compagnia del gruppo il clima delle partite, in barba alle stampelle ed al gesso. Lo aspettiamo fiduciosi per il finale di stagione: in gamba Alex/Vladut! pensa a guarire e non badare alle sciocchezze che scrivo, che a fare gol c’e’ sempre tempo!
Ma andiamo alle partite. Sono due, abbiamo detto, una pari e l’altra persa, ma scordatevi di leggere cronache dettagliate perche’ sapete bene che con il sottoscritto e’ merce pressoche’ impossibile da avere. Oltretutto l’assenza del ritrattista ufficiale, che ha svicolato in occasione del turno infrasettimanale, mi penalizza ulteriormente, anzi diciamo pure che mi sega le gambe, nella consueta pratica di ammanirvi la solita fuffa. Comunque, per non sbagliare, intanto ho licenziato il fotografo, voila’!
In questa delicata situazione, da bravo mestierante-praticone ho fatto di necessita’ virtu’ optando per la tattica di buttervi in pasto qua e la le foto scattate nel turno domenicale, l’unico match del quale disponiamo di documentazione visuale (massi’, nel frattempo ho riassunto il fotografo, dimezzandogli pero’ lo stipendio). Sono certo di raccogliere la vostra approvazione, cari lettori, perche’ e’ arci noto il fatto che in fondo il pubblico legge solo le "figure", come quando si sfoglia un fumetto!
Approcciamo la storia cronologicamente, iniziamo dunque dalla partita con il Gotico Garibaldina (lo zero a zero di giovedi’). Qui va detto che si sono vissuti momenti drammatici. Fuori dal campo pero’, perche’ dentro il clima era di calma piattissima. Il primo tempo e’ stato l’inno alla noia, lo zenit dell’abbiocco, con un livello di gioco rapido e frizzante come una partita di subbuteo, paragonabile solo a certi match di fine stagione tra squadre appagate e svogliate, dove l’evento piu’ emozionante e’ il triplice fischio finale. Una full immersion nel cloroformio per i poveri spettatori, che a furia di sbadigliare hanno seriamente rischiato il ricovero per smascellamento cronico compulsivo. Fortunatamente il cronometro ha raggiunto i quaranta minuti prima che accadesse l’irreparabile!
Dopo la pausa, dagli spogliatoi dell’Astra usciva a sorpresa il Barcellona, mentre nulla cambiava sul fronte piacentino. Inziava cosi’ una ripresa di stampo diametralmente opposto rispetto al mezzo tempo che lo aveva preceduto, con il pallino saldamente in mano a Messi e compagni. Scarichi, sponde, triangoli, appoggi, tagli, cross e colpi di tacco, il tutto immerso in un pressing costante. Ghignavamo tutti soddisfatti, lo spettacolo era assicurato e la capitolazione del Gotico sembrava solo questione di attesa. Ma, ahinoi, non avevamo fatto i conti con lo spirito natalizio dei nostri, che regalavano emozioni come pacchi infiocchettati ma si magnavano i gol come fossero cappelletti, in una sarabanda stregata di occasioni mancate.
La sequela dei "questa la segnavo pure io" meriterebbe un trattato a parte. Qui mi limitero’ a dire che i papi a bordocampo immaginavano tutti un essere mitologico, con il corpo del pargolo e la testa paterna, che buttasse dentro una buon volta quella strabenedetta palla!
Solo un rigore poteva spezzare l’evidente incantesimo, questa almeno era la convinzione fatalista che serpeggiava tra il pubblico della tribuna centrale. Lo stesso pubblico che tira un sospirone di sollievo quando il direttore di gara ci assegna un giusto rigore sull’ennesimo affondo in area. Non c’e’ nemmeno bisogno di raccontarne l’esito e giriamo invece i nostri complimenti al portiere. Nei minuti restanti facciamo ancora in tempo a deglutire intere un paio di nitide palle gol (palo sfiorato e tiro al volo da 5 metri che supera la traversa), poi i ragazzi vanno sotto la doccia mentre fuori si smaltiscono i commenti incredule e le occhiate sbigottite. Poscia tutti a mangiare (nooo, ancora!) nel mitico terzo tempo (ah, beh allora si!) prima di tornarcene tutti a casa.
Saltiamo ora rapidamente a domenica per affrontare la bella (…) sconfitta domenicale contro la Pontolliese. Sia chiaro, usiamo l’aggettivo "Bella" nella stessa accezione con cui un chirurgo commenta soddisfatto una incisione eseguita a regola d’arte: un gran lavoro, ma sempre di ferita si tratta! La similtudine e’ quanto mai appropriata…
Le premesse erano quelle dell’impresa: all’appuntamento contro la miglior difesa ed attacco del campionato ci presentavamo privi dei nostri due bomber stagionali, dettaglio non trascurabile in questo periodo di anemia da gol. Inoltre sciorinavamo una preparazione atletica e tattica alquanto incerta, frutto del salatissimo conto "meteorologico" pagato sulla disponibilita’ delle strutture tecniche (in compenso siamo diventati dei veri campioni a calcetto, oltre che a lamentarci..). Negli spogliatoi blucerchiati aleggiava una atmosfera perlomeno pessimista.
L’incipt della partita confermava gli oscuri presagi: la Pontolliese si conferma squadra solidissima e quadrata, fisicamente piantata e ben disposta in campo. Il gol che subiamo dopo dieci minuti, frutto di una azione sulla fascia e del senso d’opportunismo della rapida e letale punta avversaria, sembra il preludio ad una disfatta. Invece accade che i nostri ragazzi ingranano la marcia e ti tirano fuori un partitone di tutto rispetto, una di quelle prestazioni che riconciliano con il calcio e fanno persino dimenticare il punteggio.
Lo svantaggio ci galvanizza e da questo momento in poi la partita correra’ su un solo binario, con i blucerchiati a fare gioco inseguendo costantemente il punteggio e gli avversari impegnati a uscire dalla ragnatela del pressing a tutto campo. Spendiamo volentieri una nota di merito per l’arbitro che ha dato vita ad una conduzione di gara esemplare e prova di sbavature. Deciso, preciso e sempre con le redini ben salde: una vera rarita’ e non solo nel panorama della nostra categoria! Le due squadre sembrano contagiate dal piglio del fischietto e ripagano con una partita correttissima e piacevole.
La supremazia ci ripaga in moneta sonante e nel volgere di pochi minuti perveniamo al pareggio grazie ad una mano manigolda che ferma in area una bella azione di Stiven (o era Mattia?, mah!). Il rigore viene calciato dallo stesso Stiven che spiazza il portiere, o almeno cosi’ mi riferiscono, dal momento che io stavo guardando altrove…
Raggiunto il pareggio l’Astra continua a macinare chilometri e gioco, rintuzzando ordinatamente ogni tentativo di rompere l’accerchiamento da parte dei piacentini. Da segnalare una doppia occasione di Luca Villa, bravo a penetrare in area su azione ficcante dalla fascia. La prima conclusione, al volo, viene deviata e sul successivo corner lo stesso Luca impatta con violenza di capoccia trovando pero’ una grande risposta del portiere. Si va al riposo in parita’ ma con il sorriso stampigliato sui visi di casa nostra: una gara gagliarda!.
La ripresa non cambia la musica, l’Astra sembra spinta da un motore atomico e aggredisce il campo in ogni palmo, senza sosta. Il Pedro e’ l’alfiere di questo scacchiere e si innesta stabilmente nella hit parade degli incubi degli avversari, avventandosi con successo su qualunque pallone gli graviti nel raggio di 15 metri. Un vero peccato pero’ che tutto questo gran daffare non impedisca agli avversari di indovinare due punizioni millimetriche che onoreranno il proprio nome, finendo per punirci irrimediabilmente nel computo del punteggio finale. Una autentica beffa perche’ non avevamo (e non avremmo) davvero concesso nulla all’attacco dei nostri dirimpettai, che invece capitalizzano al massimo gli unici tre tiri indirizzati verso la nostra porta.
A nulla servira’ infatti il temporaneo pareggio di Biasin, che riscatta orgogliosamente l’errore su penalty dell’incontro di giovedi’ e riporta in carreggiata la squadra, cosi’ come i successivi assalti all’area piacentina. La Pontolliese non e’ squadra a cui elargire regali e nonostante la stanchezza (i crampi le toglieranno un elemento negli ultimi minuti di gara) resistera’ anche alle ultime bordate del nostro costante assalto e riuscira a condurre la bagnarola in porto sana e salva.
Prima di tornarcene a casetta rimane ancora un ultimo compito da assolvere, tutti insieme, ragazzi, tecnici e genitori e questa volta sotto una unica bandiera: spazzolare il tavolo imbandito di un ricchissimo terzo tempo (nell’occasione abbiamo avuto una visione mistica: Sir Locks estrarre, quale novello Artu’, una "sberla" doc di Felino dalla base delle provviste, che spettacolo!)
Termina cosi’ una giornata che non doveva finire e, mentre varchiamo i cancelli per lasciare il campo di gioco, gli concediamo un’ultimo sguardo nello sforzo di rubare con l’immaginazione gli ultimi echi e riflessi dello spettacolo andato in scena. Sorridiamo compiaciuti e non riusciamo a recriminare perche’ in fondo e’ stato davvero un lavoro ben fatto. E’ stata, adesso non v’e’ dubbio, una bella sconfitta.