Protocollo attuativo per la ripresa dell’attività
del calcio giovanile e dilettantistico
Tra i nostri compiti c’è quello di strappare un sorriso ai nostri ragazzi, ai loro genitori, a coloro che amano e seguono il calcio dei nostri atleti grandi e piccoli. Un sorriso che passa attraverso un gol, una parata, un bel gesto tecnico e, perché no, attraverso qualche colossale svarione.
In un periodo in cui il calcio è fermo per fortuna ci aiuta a strappare questo sorriso la FIGC con la pubblicazione del proprio protocollo per la ripresa che qui alleghiamo per chi volesse dedicarsi ad una amena lettura, ma soprattutto perché desideriamo che tutti siate informati delle difficoltà cui tutte le Società di calcio dilettantistiche e giovanili andranno incontro per la ripresa dell’attività.
Ogni riga del documento meriterebbe di essere commentata, ma preferiamo affidare il commento ad una nota, che condividiamo in toto, pubblicata sul sito passionecalciodilettanti.com.
Una frase in particolare ci sia permesso estrapolare dal contesto: “Sembra proprio che chi ha scritto tale regolamento non abbia mai giocato a calcio.”
Forse è proprio così e questo protocollo non è altro che lo specchio di una Italia in cui tutti si occupano di tutto eccezion fatta per ciò di cui dovrebbero essere competenti.
Buona lettura.
Leggi il Protoccolo FIGC originale
E VENNE FINALMENTE IL GIORNO
Fonte: passionecalciodilettanti.com articolo del 06/06/2020
E venne finalmente il giorno della pubblicazione del protocollo Figc per gli allenamenti nel calcio giovanile e dilettantistico. Quello che era stato promesso dal Presidente del Settore Giovanile e Scolastico Vito Tisci per il 25 maggio. Di solito si dice “Meglio tardi che mai”. In questo caso sarebbe stato meglio “Mai”, perché le misure contenute nel testo sembrano non permettere la riapertura delle scuole calcio o quantomeno comporteranno un notevole aggravio di costi e di responsabilità per le Asd.
Anzitutto il documento non tiene conto che da quando fu pubblicato il DPCM a cui il protocollo calcistico doveva adeguarsi, sono passati quasi 20 giorni e che la situazione sanitaria da allora (fortunatamente) è notevolmente migliorata. Non sono giustificati quindi gli assurdi e dispendiosi obblighi posti in capo alle Società Sportive dilettantistiche che dal punto di vista burocratico, tra le altre cose, devono addirittura: nominare un “delegato per l’attuazione del protocollo” (con notevoli incombenze); individuare un “esperto di misure di prevenzione e contagio da Covid”; avere a disposizione un medico sempre raggiungibile; avvalersi eventualmente di uno psicologo che agevoli la ripresa delle attività.
In merito agli aspetti tecnici poi, la Figc consente solo “le attività con assenza di contatto fisico tra i giocatori”. Ciò nonostante il Ministro Spadafora abbia garantito che dal 15, massimo 22 Giugno, si potrà ritornare persino alle partite di calcetto tra amici. Perché dunque questa limitazione per le scuole calcio? Tutto lascia pensare che, tra qualche settimana, questo protocollo possa essere grandemente rivisto.
Altro aspetto controverso riguarda le distanze interpersonali. E’ previsto che durante gli allenamenti il mister debba indossare la mascherina e tenersi ad almeno 4 metri (un po’ troppi) dai calciatori, che lavoreranno in piccoli gruppi ed in orari differenti. Il protocollo poi fa una assurda confusione sulle distanze tra i calciatori in campo nelle esercitazioni: si parla prima di “almeno di 2 metri” ma nei paragrafi successivi si passa ai 5, ai 10 ed ai 20 metri. Un caos che dovrebbe costringere gli allenatori a continue misurazioni sul campo.
Il paragrafo in cui si enuncia che “è assolutamente vietata qualsiasi pratica che possa incentivare o aumentare la diffusione dei “droplets” (goccioline con il respiro o con la saliva)” è del tutto imbarazzante: praticamente si afferma che occorre allenarsi senza sudare.
Sembra proprio che chi ha scritto tale regolamento non abbia mai giocato a calcio. Del resto il Presidente Tisci un po’ di giorni fa annunciò la riapertura delle scuole calcio “senza l’utilizzo del pallone” o con “divieto dei colpi di testa”. Vi è da dire che il protocollo un aspetto fondamentale lo chiarisce: conferma che “Il gioco del calcio comporta la necessità di toccare la palla con i piedi, con la testa e con le mani”. Tisci ne dovrà prendere atto.