III Categoria – Siamo seri

Siamo seri

Per una volta siamo seri e domandiamoci se è possibile andare avanti così.

Dovrei raccontarvi una partita di calcio , ma del risultato, peraltro giusto poco importa.

Importa invece parlare del contorno di volgarità e di violenza, dell’imbarbarimento che si diffonde intorno ai campi di calcio e soprattutto in determinati contesti.

Narriamo la nostra più recente esperienza nella certezza che tale esperienza ci accomuni a tanti altri e ci domandiamo che senso abbia proseguire in questo gioco in cui quelli che dovrebbero essere i protagonisti sono solo dei comprimari.

Ad Albareto si è raggiunto il massimo di questo degrado quando uno spettatore ha colpito con un pugno il cancello posto accanto al lavatoio delle scarpe ferendo al naso un nostro giocatore giovane e un po’ pirla. Una partita condotta fino a quel momento con il giusto agonismo e la giusta correttezza è stata indirizzata su binari diversi dal numero 11 avversario che ha colpito violentemente allo stomaco il nostro difensore centrale. Dirà poi che era stato insultato, quindi tutti quanti sappiate che nell’edificante mondo dello sport e, perché no, allarghiamo il concetto a tutta la vita se qualcuno vi insulta potete ammazzarlo.

Il nostro centrale , un po’ giovane e un po’ pirla è andato a colpire con un calcio il giustiziere della notte che credeva di passarla liscia come il protagonista dell’omonima serie.

Un po’ di confusione gestita brillantemente dalla Signora arbitro ( tra poco anche in questo campo gli uomini dovranno imparare dalle donne ) e, sorvolando su un tentativo di calcio volante da parte del 7 avversario sull’inesperto Astrino che non sa ancora che la vendetta è un piatto che si gusta freddo , si arriva alla fine della partita.

I ragazzi si abbracciano, sanno di avere dato tutto e sanno che il risultato è giusto.

Il pubblico però non ha ancora dato il meglio di sé stesso e forse favorito dal fatto che Albareto non è proprio in pianura e l’ossigeno non irrora opportunamente le parti alte del corpo arriva al pugno fatale e ad invocare Dio per la morte di tutti noi.

E no, però l’ossigeno non c’entra, perché la domenica precedente, dopo l’espulsione di un loro giocatore a fine primo tempo, dirigenti e giocatori di un’altra squadra questa volta della bassa hanno coperto di insulti e contumelie, giungendo perfino a prendere a pugni la porta dello spogliatoio, un povero arbitrino giovane e spaurito, tanto spaurito che il secondo tempo lo ha diretto guardando la panchina avversaria e non ha trovato il coraggio di mettere a referto una riga di quanto accaduto.

O ancora in un Borgo assai noto si riesce a cominciare a insultare l’arbitro esattamente venticinque secondi dopo l’inizio della partita per terminare qualche secondo oltre il fischio fregandosene bellamente delle multe che settimanalmente compaiono in comunicato.

E potrei proseguire ancora perché in particolare nei paesi pare che il calcio domenicale di basso livello sia diventato lo sfogo di frustrazioni e repressioni di ogni genere.

Chi ha potere prenda posizioni contro queste aberrazioni evitando di porci davanti all’alternativa se andare a giocare certe partite armati di Kalasnikov o non andarci per niente lasciando che i delusi tifosi locali si azzuffino fra loro scoprendo, dopo essersi reciprocamente aperte le teste, che le stesse sono totalmente vuote di contenuto.

Noi non ci stiamo a fare le vittime sacrificali, ma non intendiamo mettere a rischio l’integrità dei nostri giocatori che sono prima di tutto nostri amici e non costringeteci a ricordare che in questi piccoli Colossei che sono diventati certi campi di terza categoria se dovremo scegliere quale parte recitare sceglieremo certo la parte dei leoni e non di quelli che vanno al martirio cantando.

Le società trovino la forza di tenere lontana da sé tutta questa feccia che lorda il loro nome e il mondo dello sport, la federazione si svegli dal proprio sonnolento torpore e invece di rincorrere multe, multarelle e multine abbia la forza di cacciare fuori dal proprio corpo chi, con i propri atteggiamenti di indifferenza, di connivenza e di omertà, condivide e aiuta a prosperare atteggiamenti che con il vivere civile nulla hanno a che fare.

 

 

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