Arrivederci II categoria

ASTRA – SIVIZZANO 1 – 2

 

Arrivederci II categoria: con profonda tristezza, ma con la certezza che ciascuno di noi ha dato dal primo all’ultimo minuto tutto ciò che poteva dare.

Prima della cronaca e dei commenti un grazie al pubblico meraviglioso che ci ha seguito in questa ultima partita: la tribuna dello Stuard piena di sciarpe e maglie blucerchiate, di un calore perfino superiore a quello che emanava dal gommone dello Stuard credo sia la risposta più bella a chi ha dei dubbi sull’utilità di una squadra di categoria in una Società che ha come interesse principale il settore giovanile …

Oggi sappiamo che abbiamo tanti amici e sostenitori che trepidano per noi, oggi sappiamo per chi domani dovremo incominciare a preparare con serietà e con cuore il ritorno nella categoria che ci spetta e che solo ridicoli playout ci hanno negato vanificando quanto acquisito e meritato in un anno di lavoro.

Certo abbiamo commesso errori, non siamo campioni, ma non posso dimenticare che in campo oggi c’era un giocatore che non doveva esserci per aver deliberatamente colpito nella partita di andata con una testata il nostro Andrea , il quale poi ha sbagliato, ma con un minimo in più di attenzione arbitrale quella partita doveva finire con noi in 11 e loro in 10.

Non posso dimenticare come sia stato l’arbitro di oggi, piovuto da non si sa quale recondito ripostiglio dell’AIA, a far terminare dopo soli 20 minuti la partita con l’espulsione del Gaglio il quale ha certamente commesso un fallo che meritava l’ammonizione perché non era fallo commesso da dietro , ma era frutto di una entrata fuori tempo di lato accentuata in modo plateale dall’undici avversario. A proposito di questa teatralità ho intervistato mia moglie che ha il pregio di non capire niente di calcio, ma in questa domenica ha voluto seguirmi temendo il classico coccolone, e mi ha detto che la cosa che la ha più colpita sono state le cadute, le capriole, le urla dei giocatori del Sivizzano.

Dicevo che la partita finisce li perché in una fornace come lo Stuard in inferiorità numerica e con l’obbligo di segnare un gol più degli avversari l’impresa diventa titanica. Conosco qualcuno che dice che senza gli arbitri non si può giocare , ma ancora non è riuscito a spiegarmi come mai quello assegnato a noi in questa partita di ritorno dei playout fosse dotato di un Q.I. di così limitate  dimensioni. Credo che in parte la colpa sia mia che ho trascurato il fatto che qualcuno ha scarse nozioni matematiche e quindi avendo richiesto nel precedente articolo il perché non sia stata mandata una terna ha frainteso è ha mandato un arbitro che valeva un terzo di un arbitro neanche di livello molto elevato.

Detto questo poche cose sulla partita. Il primo tempo finisce 0 a 0.

All’inizio del secondo tempo passano in vantaggio i nostri avversari con un rapido contropiede ed il pallone che si infila rasoterra alla sinistra del Magno. Anche noi abbiamo una occasione clamorosa : su un pallone partito dal fondo che attraversa l’area prima manca la deviazione Simo e subito dopo Ana conclude fuori a portiere battuto.

Torniamo in parità numerica perché l’arbitro espelle per seconda ammonizione il numero 8 avversario , ma subito dopo rimette le cose apposto cacciando per lo stesso motivo il Simo.

Il Signore dalla divisa gialla esalta poi la sua prova inventando una punizione su un anticipo netto del Bego ( questa cosa è stata ampiamente riconosciuta a fine partita dai dirigenti della squadra avversaria ) e il siluro dell’avversario si infila nell’angolino alto: 2 a 0.

Ci proviamo ancora con le forze ormai allo stremo ed è al 90 che l’arbitro, dopo essersi accertato che la partita è ormai finita ci concede un giusto rigore su una progressione di Joy: il Bego trasforma ma è un gol che serve solo a lui per confermarsi capocannoniere della squadra per quest’anno.

Poi tutti sotto la tribuna a ringraziare chi ci è stato vicino in questa domenica che se non fosse per l’affetto che abbiamo sentito intorno a noi sarebbe da dimenticare.

Nello spogliatoio non c’è rabbia, solo lacrime e rimpianto per ciò che forse abbiamo sbagliato nel corso dell’anno e per l’ironia della sorte che ci ha negato una salvezza ben più meritata di quella dello scorso anno.

Veder piangere i miei ragazzi è un dolore per un vecchio lupo un po’ spelacchiato di campo come me, ma è anche un impegno ad essere al fianco di tutti coloro che l’anno prossimo vorranno condividere la nostra nuova avventura con lo spirito e l’entusiasmo di sempre.

Sono orgoglioso di voi ragazzi, potete andare a testa alta; sono orgoglioso del vostro mister che ha saputo tener nascosto fine a fine partita un dolore di ben altro spessore per non turbarvi.

Grazie Luca.

 

PENSIERI E PAROLE