Per quale ragione
Per quale ragione il protagonista della partita alla fine deve essere l’arbitro, cosa spinge talora questi personaggi ad assumere decisioni che non trovano giustificazione alcuna nell’andamento della partita, ma anzi tendono essi stessi ad agitare acque che senza il loro intervento consentirebbero alla partita di navigare tranquillamente verso la fine. Sono stufo di dover parlare ancora di questi ometti che non meritano tanta attenzione, vorrei parlare solo di azioni di tiri, di tunnel, di grandi parate e mi ritrovo a parlare di fischiate improprie che sviliscono l’impegno dei contendenti.
La squadra è salita per tempo in quel di Compiano abbandonandosi ad abbondanti libagioni con contorno di accattivanti geishe, ma questo non sembra avere stornato l’attenzione dei nostri eroi dalla partita. Partono infatti bene mettendo in difficoltà grazie alla velocità di Andy e degli esterni la difesa avversaria. I centrocampisti si inseriscono a tempo e in una di queste trame il Mastro vene liberato davanti al portiere avversario, ma al momento di controllare palla incespica vanificando una pregevole azione. Poco dopo è il Mino a ricevere palla al limite dell’area: spinto al momento del controllo frana a terra: punizione. Simo estrae dal cappello a cilindro una deliziosa punizione a foglia morta: 1 a 0 per noi.
Potremmo tranquillamente preoccuparci solo di tenere lontani gli avversari anche con qualche pallone sparato in direzione del castello di Compiano e invece Filo decide di sparare a salve appoggiando delicatamente il pallone ad un avversario e costringendo i nostri centrocampisti al fallo. La punizione del 9 avversario si insacca all’altezza del palo difeso da Marco che pure in precedenza si era così brillantemente opposto ad un’altra conclusione su punizione dello stesso N° 9.
Pochi minuti dopo Filo si libra in aria come una libellula nel tentativo di agganciare un lungo lancio dei difensori avversari: peccato che le libellule abbiano difficoltà a fermare le sfere di cuoio, così il pallone passa e Arriva di nuovo al centravanti avversario che supera con un pallonetto Marco in uscita disperata. 2 a 1 per i padroni di casa.
Il tempo si chiude così. La ripresa ci vede continuamente in avanti ed anche il controllo dei contrattacchi avversari appare abbastanza semplice . Crediamo fermamente tutti nel pareggio che pare debba arrivare da un momento all’altro: l’unico che non ci crede è il direttore di gara. Verso il 30° minuto ammonisce il n° 9 avversario che sarà bravo con i piedi, ma lo è molto di più con la bocca a lamentarsi ad ogni entrata ben coadiuvato dal suo collega col n° 10. Una selva di improperi ed offese raggiunge l’arbitro da parte dei tifosi locali e questi, quasi dovesse farsi perdonare qualcosa , sulla successiva punizione fischia rigore per fallo sullo stesso n° 9.
Da notare che forse per l’unica volta nella partita lo stesso n° 9 non si era lamentato, ma si era rialzato riguadagnando il centro del campo. Rigore inventato di sana pianta , 3 a 1 per loro e partita finita direte voi . E no perché un paio di cosine ci sono ancora da raccontare. Pochi minuti dopo il Persico subentrato al Simo riconquista con un deciso contrasto di spalla la palla al n° 8 avversario che, forse per l’età non più verdissima, vive questa cosa come un affronto e lo apostrofa con un :” 17 adesso ti faccio vedere io”. Passano trenta secondi e il Persico riconquista palla nella nostra trequarti e parte in velocità trovando sulla sua strada la gamba vendicativa e protesa dell’avversario. Un intervento da killer che merita il rosso: siamo sereni quando l’arbitro estrae il cartellino, lo siamo di meno un attimo dopo quando scopriamo che lo stesso viene indirizzato anche al Persico reo probabilmente di essere sopravvissuto a quell’intervento. Tutti attorno all’arbitro che sta infilando in pochi minuti la seconda clamorosa cappella ai nostri danni, ma è tutto inutile poiché, come dice il Vangelo è più facile che un cammello ( o camelo per i più preparati ) passi dalla cruna di un ago che la verità per testa di un arbitro.
Da quel momento la partita è un caos in cui val la pena ricordare solo 2 episodi: un rigore netto per il Compiano che l’arbitro non da forse a causa di un peso sulla coscienza ed un gol di testa di Auri allo scadere su una deviazione del Pibe che l’arbitro annulla per un fuorigioco che onestamente non so dire se ci fosse o meno, ma che forse si poteva in ogni caso lasciar correre alla luce dei precedenti e anche in considerazione del fatto che non avrebbe in alcun modo influito sul risultato finale della partita.
All’uscita dal campo il direttore di gara si stizzisce perché qualcuno dei nostri giocatori non gli tende la mano, ma il fatto è che a forza di tendere mani viene il dubbio che gli altri si ritengano autorizzati a pensare che tanto siamo troppo buoni e a prenderci a ceffoni non si corre alcun rischio.
Così la prossima settimana ci troveremo a giocare senza il Persico per questa giustizia da paese dei balocchi in cui è il danneggiato a venir condannato.
Forza ragazzi risolleviamo la testa: adesso ci tocca far punti contro qualcuna delle corazzate del girone, ma nulla è impossibile per chi ci crede ed è in grado di continuare ad immaginare una tranquilla salvezza.