II Categoria Coppa Emilia

 

II CATEGORIA COPPA EMILIA RITORNO
 
U.S. ASTRA – G.S. FELINO 3 – 1
 
Stamattina arrivo in ufficio tutto pimpante e se ne accorgono tutti. Mi chiedono se ho mangiato qualcosa di piccante. La risposta è : “ No, abbiamo passato il turno in Coppa Emilia”.
E già, perché anch’io sono iscritto al club di quelli che quando la squadra perde “ Hanno perso “ e quando la squadra vince “ Abbiamo vinto “.
La soddisfazione è tuttavia mitigata da una serie di episodi che per motivi diversi sono destinati a infastidirci.
Il mister come previsto effettua un cospicuo turn over lanciando in attacco lo spizzatore Auri e le due frecce Andy e Persico piazzati sulle fasce.
Partiamo bene ed inanelliamo una serie di corner che, siccome non osiamo mettere in atto il famoso schema “ casino totale “ , rimangono senza risultato.
Non è che gli altri stiano però a guardare, anzi fanno vedere una coppia di attaccanti velocissimi con un centrocampista di fascia che li supporta con corsa e qualità.
E’ proprio il numero 10 avversario, che con i piedi suona musica calcistica come un tal Saverio Mercadante faceva col violino un paio di secoli fa, che su un contrattacco penetra sulla destra della nostra area. Sono tranquillo, lo chiudono in due: lui si blocca e noi lo tamponiamo come se fossimo al semaforo.
L’arbitro è incerto se lasciare che se la sbrighino loro firmando il modulo di constatazione amichevole. Poi si ricorda di rappresentare l’autorità in campo e da bravo vigile fischia il rigore: dubbio.
Il violinista di cui sopra trasforma e fa uno a zero per loro e sono guai.
Sono guai anche perché perdiamo nello spazio di pochi minuti il capitano che per inseguire i missili avversari chiede troppo alla sua muscolatura ed il Mastro il cui ginocchio, dopo un contrasto, si lamenta raccomandando prudenza. Entrano il Filo e il Bego che sono comunque due sicurezze.
Il tempo, nonostante la nostra pressione, si chiude con un unico segnale di rilievo: il cortese scambio di opinioni fra Alex e Andrea che evidentemente non hanno sempre le stesse idee sul gioco del calcio.
Il Presidente nell’intervallo fornisce una buona dose di vasodilatatori e del principio di arterio pare non esserci traccia all’inizio della ripresa.
Dopo una decina di minuti equilibrati il figliol prodigo Andy recupera palla al limite dell’area avversaria e inventa un pallonetto che scavalca il portiere avversario riportandoci in parità. Fantasioso e folle: è lui.
A questo punto un po’ perché la stanchezza comincia a farsi sentire, un po’ perché pare i Felinesi non vogliano andare ai rigori e accentuano la loro pressione, si aprono preziosi spazi nella trequarti avversaria che sono manna per la velocità del Persico che supera una prima volta il portiere avversario in uscita dopo una veloce triangolazione e lo batte pochi minuti dopo su una caparbia azione favorita nella fase finale da un rimpallo. 3 a 1 e dovrebbe essere finita.
E’ destino però che in queste partite col Felino, sostanzialmente corrette ci sia sempre qualcosa da raccontare che col calcio, come lo intendiamo noi, ha poco a che vedere.
Forse a causa di una scarsa propensione di qualche nostro avversario ad accettare un colore della pelle diverso e all’errata presunzione che tale colore dipenda da scarsa propensione alla pulizia uno dei nostri avversari si sente in dovere di far notare a Joy – ma non bastava averglielo detto nella prima partita di campionato a Felino, pensano non capisca – queste imperfezioni e Joy ritiene di aiutarlo a superare i propri pregiudizi avvicinandolo con garbo a se per fargli verificare il profumo del suo shampo-doccia.
Risultato: tutti e due fuori in compagnia di un altro che ha ritenuto di unirsi al crocchio per la verifica.
La butto sul ridere, ma non dovrei perché ne ho gli attributi pieni di sentire sui campi di calcio, che dovrebbero essere un momento di unione e di relax, espressioni del tipo “ sporco negro “ e “ terrone “.
La festa e la canzone alla fine non mancano e mi piace anche il momento giocoso fra Alex e Andrea che, dimentichi dei loro screzi mimano una rissa per provocare l’intervento pacificatore del mister e finiscono con un abbraccio.
Adesso ci tocca il Fontevivo: mission impossible. Però sognare non costa nulla e allora chiudiamo gli occhi e sogniamo, via così ragazzi!!!!!!!!!

 

AstraCronache