ALLIEVI REG. B: ASTRA – Pallavicino

29 Novembre 2009

U.S. ASTRA  Pallavicino 2 – 3 (1 -1)

Dopo l’inopinata "figurasa" rimediata domenica scorsa ci si aspettava una reazione d’orgoglio ed una vittoria scacciapensieri contro i diretti avversari bussetani. Siamo stati accontentati a meta’, con una prestazione di impegno e grinta che, se anche non ci esenta dall’incassare la seconda sconfitta consecutiva (e terza del campionato), ha perlomeno il merito di tracciare una gradita inversione di tendenza in quella preoccupante china involutiva che andavamo osservando e subendo da oltre un mese nel nostro impianto di gioco.

I ragazzi sono scesi in campo con un piglio ben diverso da quello mostrato in quel di Collecchio, cercandosi con maggior convinzione e mostrando sin dalle prime battute della partita una positiva determinazione sia nel sudare (abbiamo finalmente visto lingue lunghe un chilometro al rientro negli spogliatoi!) che nell’applicare gli schemi del mister Pescatori. E meno male perche’ dall’altra parte fronteggiavamo una squadra che sapevamo tosta e che infatti ha confermato tutte le qualita’ che le riconoscevamo (e temevamo) sin dai match della scorsa stagione: solidita’ difensiva e contropiede fulminante.


Ne e’ uscita una partita mai noiosa, con frequenti rovesciamenti di fronte e dal verdetto spesso in bilico, che ha avuto semmai il solo difetto (se escludiamo quello di non averci dato punti..) di non aver mostrato un gran spettacolo di gioco. Ma forse non poteva essere altrimenti essendo le due squadre piuttosto concentrate l’una (Astra) nel recuperare il proprio ordine perduto e l’altra nell’arginare con ordine per poi organizzare le ripartenze. Non siete d’accordo? Non fateci caso, e’ normale dal momento che quasi ignoro i fatti su cui sto scrivendo .

Infatti questo sarebbe il momento ideale per attaccare con la cronaca ma, caro il mio lettore, sono passati oramai quasi sette giorni dall’evento, un vero record da Guinness. Dovrai dunque mostrare magnanimita’ verso il nostro naturale deficit neuronale e apprezzare la  tardiva fatica giornalistica anche se monca dei dettagli episodici. In poche parole non ricordo piu’ quasi niente delle vicende contingenti e mi tocchera’ arrangiarmi con mestiere ispirandomi ai saggi giornalistici della gazzetta dello sport di meta’ settimana,  vale a dire un elzeviro di immagini condite di banali, eteree ed inconcludenti parole. Iniziamo dunque con una bella foto  (della premiata agenzia Pedrazzi-Press) che omaggia il rientro in squadra di Andrea Capretti.

 

 

Con un rapido e incongruente balzo torniamo colpevolmente ad un accenno di resoconto, giusto per rispettare i diritti elementari (e la pazienza) del disperato lettore, a cui spetta di conoscere  almeno la successione delle reti: 0-1, 1-1, 2-1, 2-2, 2-3. Ecco fatto!

Per coerenza cronologica vogliamo dissertare partendo dallo svantaggio, che giunge inopportuno (come solo gli svantaggi sanno essere) in una fase precoce dell’incontro, quando i nostri ragazzi  stavano ancora prendendo le misure ai "verdiani". O almeno cosi’ crediamo perche’ solo la sartoria sportiva puo’ spiegare la noncuranza con cui la difesa permetteva un facile cross dal fondo, osservando poi incuriosita la palla arrivare sulla testa di un avversario senza contrasto alcuno. L’ interessante esperimento ci consente di appurare che, come argutamente sospettavamo, in queste circostanze la palla suole entrare in rete. Benissimo,  ora teniamolo presente per le prossime occasioni.

Accantonati (temporaneamente) i test empirici auto-lesionisti i nostri ragazzi cambiano registro e passano a verificare cosa succede quando si prova a disturbare il rivale costruendo azioni che portino la sfera nella sua area.


Ricordo nitidamente, come se fosse una settimana fa , la reazione dei blucerchiati che dimostrano il buon impasto che li accomuna, riesumando morale, gioco e proponendosi piu’ volte sul fronte d’attacco. In una folata sulla fascia sinistra Noel riceve palla dentro l’area dove viene contrastato duramente mentre si accinge a scodellare al centro: rigore (di cui NON abbiamo le immagini!) che Stiven Lohja trasforma con freddezza e precisione. Mancavano una manciata di minuti all’intervallo ed iniziava una mezz’oretta circa di match, che abbraccia i due tempi e durante il quale prendiamo decisamente le redini dell’incontro. Arriva cosi’ il meritato vantaggio: Nicolo’ Bortone recupera con cocciutaggine una palla oramai morente sulla linea di fondo, attraversa due avversari in stile mago Copperfield e crossa rasoterra al centro dell’area dove Stiven raccoglie di piatto al volo, raddoppia e ringrazia sentitamente. A quel punto se ci fosse stata una agenzia Snai nei pressi saremmo sicuramente andati in massa a puntare sulla vittoria, dato che non si scorgevano segni tangibili di contrasto dal fronte opposto.


Ma se la Snai (ed il calcio) prosperano lo si deve all’imprevedibilita’ di questo sport, che si fa spesso beffe della oggettivita’ e razionalita’ e dispensa gioie e dolori inaspettate e impredicibili. Saggie parole che esprimono un concetto le cui conseguenze ultimamente si abbattono con irritante regolarita’ sulle nostre spalle! Ne beneficiano invece i nostri avversari che alla maniera del romanzesco Dorian Gray rinvigoriscono rispecchiandosi sulla nostra progressiva apatia ed iniziano a pressarci con irresistibile insistenza. Cosi’, ahinoi, arrivano prima al pareggio con una azione irritantemente simile a quella del primo gol (cross pulito dal fondo che attraversa l’area di porta ed arriva ad un giocatore solo soletto) e poi triplicano con una punizione che passa sotto la barriera (va beh, succede!). Nel mezzo annotiamo pure un paio di contropiedi che non ci affondano solo grazie alla bravura in uscita bassa del nostro Mirko Dall’Aglio.

E cosi’ ci ritroviamo nuovamente in fondo al baratro dello svantaggio da cui questa volta non sappiamo piu’ risalire. Abbiamo speso molto in energie ed annaspiamo in evidente difficolta’ nel muovere gli ingranaggi  di testa e di gambe necessari per ripescare il tesoretto che avevamo con fatica  accumulato fino a quel momento. 

L’arrembaggio finale senza benzina produce solo innocui lanci nel mucchio.

 

Ci sarebbe voluta la migliore Astra possibile per uscire da questa situazione. Mi si lasci insinuare con inutile (ma appagante) dietrologia che l’assenza del nostro capocannoniere si e’ fatta particolarmente sentire in questo frangente, quando l’evidente deficit d’ossigeno imponeva un pesante dazio sul nascere di qualsiasi velleita’ di rivalsa e poteva trovare compenso solo nel guizzo istintivo di qualche giocata d’autore.

A quel punto gli avversari hanno avuto gioco facile nel portare la nave in porto e con essa tre punti che onestamente non hanno trafugato a nessuno. Per parte nostra possiamo dire senza falsi partigianismi che questa sconfitta ci giudica fin troppo severamente, come peraltro era facile leggere anche negli sguardi "alterati" (per cosi’ dire..) dei nostri ragazzi. Alcuni tra questi erano cosi’ impegnati in un processo per direttissima di sovietica autocritica  da non raccogliere il solito richiamo-saluto del pubblico amico, infreddolito, incolpevole ed ovviamente sconsolato. Peccato, speriamo che questo non si ripeta e che anzi in futuro ci si ricordi che la crescita di un giocatore-uomo passa anche attraverso le anguste forche delle sconfitte brucianti

Gli occhi vigili ma sempre indulgenti del pubblico-Genitori osserva Matta Dasso in recupero.

Bene (si fa per dire ovviamente), finisce qui la fatica per il lettore internauta ma mi piace ricordare che sul fischio finale finivano anche i patimenti metereologici per chi era presente in quella uggiosa domenica. Eggia’ perche’ per la gioia dei piu’ grandi e piccini quel triplice  sibilato preannunciava l’arrivo puntuale del momento del terzo tempo: e giu’ di mandibole (ed ho detto tutto)!

 

AstraCronache