II Categoria
G.S. FELINO 3 – ASTRA 0
Vado indietro di un anno esatto e ricordo un analogo risultato: prima partita del campionato 2008-2009 Astra 3 – Salese 0. Era stato un bell’inizio, ma poi avevamo dovuto penare fino all’ultima giornata per salvarci. Per carità, non voglio augurare al Felino, che potrebbe aversene a male, una sofferenza come quella dello scorso anno, ma siccome voglio vedere tutte le cose in positivo spero questo possa invece essere per noi il segnale di un campionato più tranquillo dello scorso anno. Lo sarà se saremo tutti abbastanza umili da guardare con serenità ai nostri difetti e alle nostre carenze.
Il Felino è una squadra ben messa in campo, rocciosa e concentrata in difesa, rapida nelle ripartenza, ma certo se regaliamo un gol al primo minuto della partita è chiaro che siamo costretti a pedalare in salita.
Sono trascorsi da poco sessanta secondi che il centravanti avversario pescato sulla destra della nostra area e scortato, anziché ostacolato, da un nostro difensore verso la porta del redivivo Alex lascia partire un tiro bello e fortunato che si insacca sul palo opposto.
Eppure non giochiamo male; l’iniziativa è spesso nostra. Joy fa valere il suo peso e la sua corsa sui difensori avversari, Ana lo sostiene ed il Mambro conferma, come già intuito nelle amichevoli, di essere il più presente nella partita sacrificandosi in ogni parte del campo e facendosi anche ammonire al 20°.
La manovra tuttavia è lenta ed andiamo quasi sempre a sbattere contro la loro difesa schierata, Quando acceleriamo però permettiamo ad Ana di battere a colpo sicuro: traversa piena, accidenti.
Su questa azione loro ripartono e arrivano al tiro: para Alex in corner e io tremo perché ricordo i gol presi lo scorso anno in questa fase di gioco . Infatti il N° 3 avversario si inserisce e mentre noi troviamo farfalle colorate lui trova il pallone e insacca.
Un minuto dopo il 7 avversario, a dimostrazione che spesso nei nomi c’è il destino delle persone, commette un brutto fallo sul Bego: l’arbitro lo ammonisce, ma nel prosieguo dell’azione dimentica di espellerlo per una mano poggiata affettuosamente sulla faccia dello stesso Bego
Intanto Joy ha finito la benzina ed è anche plausibile che uno con la sua cilindrata finisca presto il carburante: meno plausibile, ma non bisogna dimenticare che siamo nel paese dei salami, che qualche Felinese accompagni la sua uscita dal campo con infelici riferimenti al colore della sua pelle. Lo sostituisce il Persico.
Intanto le ammonizioni si susseguono alle ammonizioni: se ne conteranno 8 ( quattro per parte alla fine della partita ) .
Nel secondo tempo ovviamente continuiamo ad attaccare, ma senza essere mai veramente pericolosi anche perché gli avversari, forti del loro vantaggio pensano a coprirsi e a ripartire in contropiede.
Segnano il terzo gol su un rinvio della nostra difesa che rimpalla sul loro centravanti che si trova così solo davanti ad Alex ed insacca.
Rimane solo il tempo per capire che oltre a quelli dalla pelle scura agli indigeni non piacciono neanche quelli nati a sud di Felino. Il Trap rincorre un avversario sulla fascia : tentando di entrare cicca l’intervento e lo scalcia. Cartellino rosso: ci può stare, non era un intervento cattivo, certamente pericoloso.
Senonchè tale Lazzari, memore forse di un invito di un paio di millenni fa, si alza dalla panchina e cammina verso il Trap probabilmente per porgergli un mazzo di rose. Si inserisce il Persico che si prende una manata e del terrone. Ora dovete sapere che il Persico nonostante sia effettivamente nato ai piedi del Vesuvio è convinto di avere gli occhi azzurri, i capelli biondi e di parlare lo svedese come neppure i professori dell’Università di Stoccolma: questo cerca di spiegare con la calma che gli è abituale al resuscitato. L’arbitro, che non capisce lo svedese, li spedisce entrambi a far compagnia al Trap.
In questo concertino si inserisce il portiere avversario che, allo scopo di placare gli animi, dice che la nostra è una squadra di idioti: ora io non so se siamo una squadra di idioti, ma a questo punto una certezza ce l’ho ed è che almeno un idiota in campo c’era.
Per fortuna dopo qualche attimo di tensione il dopopartita con i dirigenti avversari è sereno: forse fa ancora troppo caldo per farsi 90 minuti di gran carriera e rimanere lucidi: il commento più felice è quello di Ancelotti Junior che uscendo dal campo e vedendo le animate discussioni in corso chiosa dicendo: “Caspita, dopo 90 minuti hanno ancora il fiato per discutere, io non ce la faccio più .”
Basta, è finita così. Sapevamo fin dall’inizio che per noi non sarebbe stata una passeggiata: l’importante è fare un esame di coscienza serio e ricominciare con impegno la nostra strada.